Quando finisce lo scherzo e inizia la violenza. “Famiglia e scuola devono educare al rispetto per combattere il bullismo”

17 Febbraio 2023 | Comunicati Stampa

Articolo di Massimo De Marzi

Così l’assessore regionale all’Istruzione e al Merito Elena Chiorino, nella tappa finale di Moncalieri del progetto che ha coinvolto Opera Barolo e U.di.con.: “La prevenzione fondamentale per un contrasto efficace”

Capire dove finisce lo scherzo e inizia la violenza, quando l’esagerazione diventa aggressione e si comincia a parlare di bullismo. Un fenomeno in preoccupante crescita, con il cosiddetto stalking minoritario (perché vede protagonisti i minori) che vede l’età di certi episodi essersi pericolosamente abbassata.

Se ne è parlato ieri sera a Moncalieri, alla presenza dell’assessore regionale Elena Chiorino, durante il convegno “Bullismo a scuola: cos’è e come reagire”, tappa finale del progetto portato avanti di concerto dalla Regione insieme a Opera Barolo e U.di.con. Piemonte.

Chiorino: “Scuola e famiglia primi educatori”

“Scuola e famiglia devono riappropriarsi del loro ruolo primario di educatori al rispetto, col sostegno delle istituzioni. Abbandono scolastico e disagio psicologico grave sono gli effetti correlati al bullismo e la Regione è in prima linea per azioni mirate di contrasto del fenomeno”, ha spiegato l’assessore Chiorino, sottolineando l’importanza di un contrasto forte ed efficace a bullismo e cyberbullismo.

Il Presidente di U.di.con. Piemonte Giuseppe Arcieri ha ricordato l’esperienza maturata in merito nel corso degli anni dall’Unione per la difesa dei consumatori, come testimoniano le Giornate Nazionali contro il bullismo organizzate dall’associazione. Francesca Bottazzi, coordinatrice didattica, ha illustrato i lavori che hanno visto la partecipazione sia degli insegnanti che degli studenti delle scuole secondarie di primo grado: i primi hanno preso parte ad una giornata di formazione sul tema, mentre per i più piccoli è stato scelto il mezzo dell’animazione teatrale, a cura del regista ed attore Fabrizio Coniglio. Gli aspetti psicologici del fenomeno sono stati illustrati dalla dottoressa Claudia Fe, mentre i risvolti giuridici sono stati evidenziati dagli avvocati Luca Cattalano e Bartolomeo Grippo.

Sull’impegno e le iniziative messe in campo dalla Regione l’assessore Chiorino ha sottolineato come “scuola e famiglia debbano riappropriarsi del loro ruolo primario, attraverso l’educazione e la sensibilizzazione. Dove purtroppo spesso non incide la famiglia, è la Scuola che deve svolgere un compito imprescindibile: educare al rispetto“, ha aggiunto l’assessore all’Istruzione e al Merito.

L’importanza della prevenzione

Nella sede dell’Istituto Sant’Anna dell’Opera Barolo di Moncalieri si è parlato di abbandono scolastico, demotivazione e depressione quali effetti correlati al bullismo. “E’ ormai evidente il rapporto di causa-effetto tra bullismo e salute mentale dei nostri giovani e come madre e rappresentante delle istituzioni non posso permettere il dilagare di una fenomeno tale, capace di generare effetti devastanti sulla nostra società“, ha aggiunto l’assessore Chiorino, sottolinenando l’importanza della prevenzione come primo argine alla diffusione del bullismo.

L’impegno della Regione Piemonte

I nostri giovani devono poter stare bene a scuola e per garantire questo la Regione Piemonte dal 2020 a oggi ha investito oltre 350 mila euro in centinaia di progetti a contrasto del bullismo e nell’anno scolastico 2021-2022 ha finanziato percorsi di formazione e approfondimento sull’uso dei “social media” e sul loro abuso da parte dei più giovani, già a partire dalla scuola primaria“, ha detto ancora l’assessore. Tra gli obiettivi prioritari vi è anche quello di restituire maggiore autorevolezza ai docenti: non per nulla, “durante lo scorso anno scolastico, la Regione ha finanziato 14 percorsi formativi per insegnanti di ogni ordine e grado“.

La storia di Linda Cerruti

E per spiegare l’importanza di saper essere resilienti, reagendo nel modo giusto agli attacchi e non essendo solo vittima che subisce passivamente, si è portato l’esempio di Linda Cerruti, vittima di attacchi sessisti per aver postato una foto in cui esponeva tutte le medaglie che aveva vinto ai campionati europei di nuoto sincronizzato. 

Sarebbe stato come darla vinta a loro: tanti mi hanno detto ‘è il prezzo da pagare al popolo dei social’. Ma non può essere così, era cyberbullismo, era una forma di violenza. E in quanto tale andava denunciata. Lo sport era diventato terreno per gli istinti più bassi: quella sbagliata non ero io, ma la persone che avevano scritto quelle offese“. Chi attacca è offende ha sempre torto, guai a pensare il contrario.

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