Il settore dei taxi è nuovamente al centro dell’attenzione, con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che solleva nuovi interrogativi e suggerisce riforme significative. La richiesta principale dell’Antitrust riguarda un aumento delle licenze e una maggiore flessibilità nei turni, puntando a rispondere alla crescente domanda che attualmente rimane insoddisfatta. (Qui il link al comunicato AGCM).
L’Attività di AGCM
La richiesta è stata esaminata già ad agosto, quando l’Antitrust ha inviato una prima richiesta di informazioni a Roma, Milano e Napoli, oltre alle principali cooperative e piattaforme di taxi. L’obiettivo era valutare le condizioni di fornitura del servizio e affrontare i gravi disservizi riportati dagli utenti. L’analisi dei dati ha portato a una segnalazione nei confronti di questi tre comuni, evidenziando criticità come l’insufficienza strutturale delle licenze, l’inattività dei comuni nel richiedere informazioni alle cooperative e una eccessiva rigidità nei turni.
A novembre, la richiesta di informazioni si è estesa ad altre città, tra cui Bologna, Firenze, Genova, Palermo e Torino, con alcune eccezioni positive ma anche con gravi criticità segnalate a Firenze e Palermo. L’Autorità ha quindi inviato segnalazioni ai sindaci di queste città suggerendo misure correttive per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi.
Le raccomandazioni
La prima raccomandazione chiave è quella di superare le restrizioni del governo riguardo alle licenze, suggerendo un aumento che vada oltre il limite del 20% stabilito dal decreto Asset. Questo richiederebbe l’adozione tempestiva di bandi di concorso pubblico per l’assegnazione di nuove licenze. Sebbene il decreto Asset abbia dato un’accelerata per l’assegnazione di nuove licenze, i sindaci sono stati riluttanti a rinunciare al 20% degli introiti, portando a decisioni diversificate come a Roma, dove è stata scelta la strada tradizionale.
La seconda raccomandazione riguarda il monitoraggio della qualità del servizio, richiedendo alle cooperative di taxi di fornire informazioni annuali per valutare se il numero di licenze attive sia sufficiente per soddisfare la domanda.
Infine, l’Antitrust suggerisce misure aggiuntive come la regolamentazione delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni. Un esempio positivo è stato fornito da Firenze, dove i tassisti possono operare con maggiore flessibilità durante i periodi di maggiore domanda, e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee. Inoltre, il taxi sharing è reso obbligatorio quando almeno tre utenti sono diretti verso la stessa zona di destinazione.
L’obiettivo principale è garantire un servizio taxi efficiente, flessibile e in grado di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori. Spetta ora ai sindaci valutare e implementare queste raccomandazioni per migliorare il settore dei taxi nelle loro città.